Cosa succede quando un rider riceve un ordine assurdo?

IL KARMA DELLA PATATA

Una simpatica coincidenza capitatami qualche lockdown fa

Purtroppo alcuni clienti non mostrano rispetto per il lavoro altrui e noi rider ne subiamo le conseguenze. Quando, però, misteriose e quasi magiche circostanze della vita riportano il bilancio in pari, un sorriso di soddisfazione compare sulle nostre facce.

Prima parte: l'ordine assurdo

Venerdì 10 aprile 2020.
È un momento delicato per il Paese: la chiusura totale ammette a recarsi a fare la spesa solo una persona per famiglia e solo in numero limitato in ogni negozio, a seconda della capienza.

Davanti ai supermercati ci sono lunghe file e prima di poter entrare possono volerci dai venti minuti all'ora e mezza.

A volte anche di più.

Noi rider viviamo nel terrore che ci arrivi qualche proposta di consegna di spesa a domicilio. Purtroppo è ancora il periodo in cui tocca a noi - mediante la lista della spesa visualizzata dall'app - farci tutti i corridoi dei negozi e prendere gli articoli elencati.

Una gran perdita di tempo, in situazioni normali. Figurarsi con le chiusure totali che prevedono lunghe attese in fila.

La proposta sgradita

Il mio smartphone vibra ed emette la classica musichetta della notifica di proposta di consegna. Guardo: eccoci! Una spesa a domicilio.

Rassegnato, mi dirigo al supermercato indicato.

Appena arrivato, comunico all'app di essere sul posto, così posso visualizzare la lista della spesa.

L'ordine assurdo


Schermata originale dell'ordine
Un pacchetto di patatine fritte.
Aromatizzate al lime.
E pepe rosa.
Guardo meglio: sì, un solo, unico pacchetto.
E nient'altro.

E io dovrei fare la fila di almeno mezz'ora - se va bene - per un solo, unico pacchetto di patatine?

Mi posiziono all'ingresso del negozio per farmi notare dalla responsabile del punto vendita.

Rischio il linciaggio

La gente in fila mi guarda malissimo. Si legge loro in faccia cosa pensano: "'Sto rider mica vorrà passarci avanti, vero?!"

Salvato dalla manager

Per fortuna la manager del negozio mi vede e si avvicina per capire cosa io voglia.

"Buongiorno" la saluto, mostrandole lo schermo del mio smartphone, con la lista della spesa.

"No! Non ci credo!" esclama, mentre mi guarda sbalordita. "Arrivo subito. Aspetta qua."

La responsabile, scuotendo la testa, rientra nel negozio. La vedo perdersi per i corridoi per poi rispuntarne circa un minuto dopo.

La gente in fila mi guarda incuriosita, non più in cagnesco.

Rapida soluzione

"Vieni pure" mi invita la manager, facendomi cenno di avvicinarmi alla cassa. Passa il sacchetto di patatine allo scanner e mi comunica l'importo. Pago, prendo lo scontrino e la saluto, ringraziandola. "Ma figùrati! Ci mancherebbe!" risponde lei "E buon lavoro!"

Argomento di conversazione

Esco e, prima di infilare il sacchetto di patatine nello zaino, mi giro verso la gente in fila e mostro loro il sacchetto.

"Capito? C'è gente che ordina UN solo, UNICO sacchetto di patatine, pretendendo che un rider si faccia un'ora di fila per poi essere pagato una miseria."

Le reazioni non si fanno attendere: "No! Ma che schifo!", "È uno scandalo!", "L'altro giorno un rider..."

Tutti hanno da dire la loro, qualcuno ha aneddoti da raccontare circa le sue esperienze col delivery.

Infilo il pacchetto nello zaino, saluto la fila e parto alla volta della cliente.

Avranno da chiacchierare su questo episodio per qualche minuto. Lieto di aver fornito loro un argomento di conversazione, così il tempo passerà più in fretta.

Pagato una miseria


Schermata originale: riassunto ordine e compenso
E alla fine della consegna, ne acquisisco le schermate, a futura memoria.
Per fortuna ho incontrato un'intelligente responsabile di negozio, che ha capito la situazione al volo e mi ha risparmiato un bel po' di tempo.
Per un compenso di tre euro e sessantaquattro centesimi (lordi) mi sarei dovuto fare la fila per poi prendere cosa?
Un sacchetto di patatine.
Ma per favore!

Un bonus sprecato

Fra l'altro la cliente il pacchetto non l'ha neanche dovuto pagare quindi ha sfruttato - male! - una qualche promozione o forse addirittura un bonus risarcimento per chissà quale disservizio ricevuto.

Ecco come si finisce in lista nera

Inutile dire che la cliente è immediatamente finita nella mia personale lista nera dei clienti indesiderati: meglio stare alla larga da una persona che non ha rispetto del lavoro altrui, che probabilmente è una piantagrane (ecco perché le hanno concesso un bonus) e che spreca una consegna totalmente gratuita per farsi recapitare un bene superfluo durante un lockdown.

Nei mesi successivi al fattaccio mi è capitato di ricevere altre proposte di consegne per questa cliente ma le ho rifiutate tutte.

Seconda parte: un involontario giustiziere

Dopo alcuni mesi, la cliente delle patatine rispunta fuori, dalle chiacchiere con un collega straniero.

Mi racconta di una cliente assurda che gli ha chiesto di portarle a casa una spesa pesante.

All'inizio, nessun dettaglio mi riporta alla memoria la cara signora. Sembra il solito racconto di una cliente che chiede mezzo supermercato e pensa che un solo rider possa portarle tutto.

"Patatine e lime?!?"

Poi l'amico parla del fatto di non averle trovato patate piccole e lime e lì allora scatta il ricordo.

"Ma la cliente sta mica in quella via parallela all'Arno, vicino a piazza...?" chiedo al collega. "Sì, proprio là. Come fai a saperlo?" replica lui.

"La cliente delle patatine! Non ci posso credere! Fammi vedere la lista della spesa!"

La lista senza punteggiatura

E, sì, ha ordinato le famigerate patatine anche stavolta. Insieme a una valanga di altri prodotti.

Stavolta, però, l'è andata male. Vediamo perché.

Il collega parla abbastanza bene la nostra lingua però certe sfumature o modi di dire ancora non li comprende appieno. Se poi capita che la lista della spesa sia stilata con gli articoli scritti uno dietro l'altro, senza manco una virgola a separarli, ci sta che "patatine lime" venga inteso come "patatine, lime, ..." cioè come due articoli distinti.

Patatine = patate piccole

E se non sei italiano, ci sta anche che per "patatine" tu capisca "patate piccole". Insomma, come quelle novelle. Non le patatine fritte.

La tempesta perfetta

Ecco quindi la tempesta perfetta: lista scritta in italiano ma senza punteggiatura, letta da un rider non madrelingua.

Ed è così, infatti, che è andata. Il collega cerca la classica retina di patate novelle. Non le trova. E allora prende una sacca da un chilogrammo di patate di dimensioni normali. "Dai, fa lo stesso" pensa il collega.

Lime e limoni, pari sono

E anche il lime, non si trova. In effetti nel reparto frutta di solito lo tengono ma, guarda caso, l'hanno esaurito. "Vabbe'" riflette il collega "cos'è che somiglia al lime? Ah, sì, certo! I limoni!" E così acchiappa una retina di limoni e la infila nel carrello.

Potenza del karma


Patatine aromatizzate? No: patate e limoni!
Mentre mi racconta di questa sua spesa un po' raffazzonata, mi viene da ridere.
Una risata liberatoria.
Il karma ha colpito.
La cliente golosa di patatine fritte aromatizzate al lime (e pepe rosa, mi raccomando!) s'è ritrovata con un sacco di patate e una retina di limoni.

Il karma della patata l'ha colpita.

Ben le sta! Ne sono davvero soddisfatto.

Così impara ad avere rispetto per il lavoro altrui.